Stefano Carbone

Presentazione del cortometraggio

Una frase che viene spesso ripetuta è che “la realtà supera sempre la fantasia”.

Come tutti i luoghi comuni anche questa considerazione finisce per entrare nei modi di espressione del linguaggio di tutti i giorni con la sensazione però che non ci sia un riscontro concreto e reale di quanto viene ripetuto più per abitudine che per convinzione.

Quando, nel 2001,  con Roberto Campili abbiamo ideato la storia del corto ”Ciottolo” pensavamo ad una serie di immagini e ad un commento musicale che “stilizzasse” e rendesse in tono surreale il concetto della violenza adulta e non ci rendevamo quasi conto che, mentre noi lavoravamo di fantasia, la cronaca invece era molto più presente, rappresentativa e purtroppo efficace di quanto noi ci limitavamo ad immaginare e sceneggiare.

Nelle immagini del corto viene risaltato un gesto che evidenzia come ad ogni individuo, l’altro appare come una minaccia, contro cui non s’immagina difesa che non sia l’aggressione. Nessuno sopporta il suo prossimo. In tutti, anche nei mansueti, domina l’insofferenza, il cui aumento totale ancor più gonfia il mondo d’ira e di odio.

Forse quello che noi abbiamo immaginato come epilogo del nostro breve racconto diviene la sola possibilità che ancora ci resta.

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